
C’era una volta il pascolo:
vent’anni di cambiamenti della vegetazione dei Monti Prenestini
Negli ultimi decenni il paesaggio italiano è stato caratterizzato da un progressivo avanzamento delle foreste. Se da un lato questo processo rappresenta una forma di evoluzione naturale della vegetazione e del paesaggio, dall’altro, laddove il disturbo naturale quale quello legato agli ungulati selvatici sia scarso, porta alla graduale scomparsa di ambienti unici e sempre più rari, come le praterie semi-naturali. Questi habitat, mantenuti per secoli grazie alle tradizionali pratiche agro-pastorali, ospitano una straordinaria biodiversità e svolgono un ruolo cruciale per le economie locali. Tuttavia, sono tra gli habitat più minacciati in Europa. Una delle principali cause risulta essere l'abbandono delle tradizionali attività di pascolo, che determina la progressiva colonizzazione di specie legnose e la conseguente perdita di ambienti aperti. Questa dinamica è sempre più evidente nelle aree montane e collinari degli Appennini, dove il paesaggio sta subendo profonde trasformazioni.
Questo testo divulgativo è un estratto della tesi magistrale svolta dalla Dott.ssa Sara Nigro sulla prateria dei Monti Prenestini nel 2023, sotto la supervisione della Prof.ssa Sabina Burrascano.



Per comprendere meglio questi cambiamenti, abbiamo condotto uno studio sulla vegetazione delle praterie semi-naturali dei Monti Prenestini, analizzando le variazioni avvenute negli ultimi vent'anni e mettendole in relazione ai cambiamenti nella gestione del pascolo e di altri fattori ambientali. I risultati hanno mostrato come la vegetazione sia cambiata significativamente negli ultimi vent’anni, evidenziando un aumento delle specie legnose, come il prugnolo ( Prunus spinosa ) e il rovo comune ( Rubus ulmifolius ), in seguito ad una riduzione del pascolo nell’area. Inaspettatamente, abbiamo anche osservato un incremento di specie erbacee annuali tipicamente mediterranee, che potrebbe essere messo in relazione al progressivo inaridimento del clima locale, conseguenza diretta o indiretta dei cambiamenti climatici attualmente in atto.



Questi cambiamenti non minano solo il delicato equilibrio ecologico dei pascoli, ma hanno anche conseguenze sul loro ruolo economico e culturale. Per questo motivo, è fondamentale adottare strategie di gestione sostenibile che coniughino il mantenimento del pascolo con misure di adattamento ai cambiamenti climatici, garantendo così la conservazione di questi preziosi ambienti e delle specie che vi si trovano.